La pista dei record può vantare ben 8 primati mondiali nel breve arco di tempo che va dalla 12^ edizione del RietiMeeting alla 40^.Si parte da Pietro Mennea in una disciplina spuria per arrivare all’ultima di Rudisha passando per il meraviglioso exploit di Powell.World record sets in Guidobaldi stadium.

Si ringrazia Stefano Mariantoni per i testi estrapolati dal libro “Rietimeeting – La Storia”
21/07/79
300 - MENNEA
Lo sprinter di Barletta, che gareggia con la maglia dell’Iveco Torino, lancia da Rieti un messaggio chiaro a chi lo giudicava in crisi. Fulminea la sua uscita dai blocchi, perfetta la curva e rettilineo volato via spingendo al massimo: 32.23. “Ho ritrovato me stesso, anche grazie al pubblico di Rieti” dichiara Mennea, che meno di due mesi dopo sarebbe diventato il nuovo primatista mondiale dei 200, lanciando così un segnale di ottimismo in vista dei Giochi Olimpici di Mosca.
16/09/82
MILE - PUICA

La bionda rumena Maricica Puica, quasi figlia adottiva di Rieti, compie una grande impresa correndo il miglio in 4.17.44 e stabilendo il nuovo primato mondiale della distanza, il primo della pista reatina. Al termine di un pomeriggio caldo e privo di vento la gloria dei Balcani - che pochi giorni prima aveva conquistato l’argento europeo dei 3000 ad Atene (8.33.33 dietro la sovietica Svetlana Ulmasova) - subentra alla statunitense Mary Decker Tabb che il 9 luglio a Parigi aveva corso in 4.18.08. Lo start è alle 18.20, quella del miglio è la penultima gara in programma prima dei 5000, con temperatura ancora alta (25°) e umidità al 68%. L’ottocentista polacca Jolanta Januchta (quarta agli ultimi Europei) ha il compito di tenere alto il ritmo. I passaggi del primato sono 1.04.02 ai 400, 2.08.86 agli 800, 3.12.33 ai 1200 e 3.59.57 ai 1500. “Quello della Puica è stato uno dei primati più inseguiti - spiega Sandro Giovannelli - l’abbiamo cercato con accanimento, anche grazie al rapporto di amicizia che avevo con l’allenatore marito. In quel periodo ottenere il visto per gli atleti rumeni richiedeva un grosso sforzo diplomatico. Bisognava insistere e noi lo facemmo, perché c’era un record da battere”.

04/09/83
1500 - OVETT

Sono da poco passate le 18. Il californiano David Mack (ottocentista da 1.44.8) ha il compito di tirare insieme ad altre due lepri nei primi 900 metri. Lo statunitense aveva assolto lo stesso compito nel primato di Sydney Maree e anche a Rieti detta i ritmi alla perfezione per oltre i due terzi della gara, nonostante un vento fastidioso: 54.17 ai 400, 1.51.67 agli 800 e 2.22.30 ai 1000. Poi Ovett, deluso dal suo quarto posto ai mondiali di Helsinki e voglioso di riscatto, riesce a cambiare ritmo e si fa ammirare in un assolo di grande valore tecnico sul rettilineo finale correndo in 13.18 gli ultimi 100. Per il ventottenne di Brighton (alto 1,83 per 70 chili) è la terza volta ai vertici dei 1500. Le prime parole da nuovo primatista del mondo, Ovett le rivolge all’organizzatore Sandro Giovannelli: “Te lo avevo promesso questo primato e sono stato di parola. Mi perdonerai di tutte le brutte gare che ho fatto in Italia in passato” (da La Gazzetta dello Sport di lunedì 5 settembre 1983, articolo di Attilio Monetti). https://www.youtube.com/watch?v=cL_WektvHo4

06/09/92
1500 - MORCELI

L’algerino Morceli arriva a Rieti con tutta la rabbia per una finale olimpica di Barcellona in cui non è riuscito a salire neanche sul podio dei 1500: lo spagnolo Fermin Cacho ha la meglio in una gara stranissima, con i primi 800 metri corsi più lenti rispetto alla finale femminile, chiudendo in 3.40.12. Sente nelle gambe la forza del riscatto e cavalca con la sua ampia e leggera falcata, sospinta da un pubblico che ormai sa riconoscere l’odore dell’impresa, nell’aria fresca e asciutta che aiuta a spingere i limiti dell’uomo un po’ più in là. Eccolo, impresso sul pannello luminoso il 3.28.86 con cui si riscrive il nuovo primato del mondo e si manda in archivio il 3’29”46 di Said Aouita (Berlino, 1985). “Provo una sensazione incredibile che mai prima d’ora avevo sentito - dichiara il ventiduenne Morceli, in quella magica sera - erano due anni che inseguivo questo primato”. L’atleta nato a Tenes, campione del mondo in carica, parteciperà a una festa in suo onore, avrà una grande torta da tagliare e tutta la notte in giro per la città a godersi l’adrenalina del successo. Si torna, così, a parlare di Rieti come “campo dei miracoli”. “Non è più questione di fortuna - dichiarano a caldo il presidente della Iaaf Primo Nebiolo e quello della Fidal Gianni Gola - Giovannelli ha un grande acume. Altro che passerella. E’ stata la migliore riunione di atletica dell’anno.. Rieti è veramente l’isola felice dell’atletica italiana”.

05/09/93
MILE - MORCELI

L’atleta africano (oro ai Mondiali di Stoccarda sui 1500) scalza dal vertice il britannico Steve Cram, mandando in cantina il suo 3.46.32 (Oslo, 27 luglio 1985) anche grazie alle perfette condizioni atmosferiche della serata reatina (20 gradi, 50% di umidità) e al buon lavoro delle lepri Reda Abdenouz (Algeria) e Freddie Williams (Canada). “Qui mi sento come a casa mia – dichiara Morceli -. E non è un caso che le mie migliori prestazioni le abbia ottenute sulla pista reatina. Quest’anno ho fatto ben otto tentativi di record, l’ultimo due giorni fa a Bruxelles, ma solo qui sono riuscito a centrare l’obiettivo”.

01/09/96
3000 - KOMEN

Daniel Komen ha vent’anni e viene dal Kenya. Nato in un villaggio di contadini immerso nella Rift Valley, le sue gambe sono state l’unico mezzo per andare a scuola. Nel 1994 a Lisbona ha vinto due ori ai Mondiali Junior (5000 e 10000). La gara dei 3000 è costruita per realizzare un tempo stratosferico e le condizioni climatiche stavolta sono perfette. Ne viene fuori una cavalcata gloriosa di sette giri e mezzo, che con 7’20”67 frantuma il primato mondiale di Noureddine Morceli (Montecarlo, 2 agosto 1994, 7.25.11) migliorandolo di oltre 4 secondi. Tempo che resiste in cima alla lista all-time, frutto di passaggi incredibili. Steve Cram, commentando la diretta di Eurosport, dopo i primi ottocento metri corsi in 1’56”63 disse che: “Questo è un ritmo da primato mondiale dei 1000, figuriamoci dei 3000”. La cavalcata prosegue: 2’25”89 ai 1000, 4’53”18 ai 2000. Fino al trionfo che sancisce un passaggio del testimone tra i due africani, con Morceli che si congratula col keniano al momento della premiazione. https://www.youtube.com/watch?v=lhp9KhjmT1I

05/09/99
1000 - NGENY

Un primato che ancora resiste negli annali, ripreso da sette troupe televisive, raccontato e immortalato da 108 tra giornalisti e fotografi accreditati e ammirato da 7000 spettatori. Ngeny scalza così dopo ben 18 anni il 2.12.18 del britannico Lord Sebastian Coe, migliorando di ben 22 centesimi il primato stabilito a Oslo l’11 luglio 1981. Fondamentale il contributo del pacemaker, il connazionale David Kiptoo, che traina Ngeny per 600 metri. A questo punto Noah, che aveva già fallito di 48 centesimi l’assalto al primato di Coe nel mese di luglio a Nizza, sembra avere un lieve rallentamento ma grazie a un finale fantastico firma il suo capolavoro staccando di dieci metri l’altro keniano William Yampoy, secondo in 2’14”41. Ngeny, figlio di un agricoltore, una famiglia con cinque fratelli e una sorella, arriva a Rieti dopo l’argento sui 1500 ai mondiali di Siviglia, ma era salito alla ribalta già nel 1997, stabilendo due record mondiali juniores: 3.32.91 nei 1500 metri a Monaco e 3.50.41 nel miglio a Nizza, sotto la guida del suo allenatore Kim McDonald. https://www.youtube.com/watch?v=U8EuO8TdrE4

09/09/07
100 - POWELL

Rieti 2007 è l’edizione targata Asafa Powell. Quella dei 100 metri della freccia giamaicana. Asafa, uscito deluso dai mondiali di Osaka, stupisce il mondo fermando il cronometro sui 9”74. Tempo realizzato incredibilmente in semifinale, in quinta corsia, con una semplicità e una scioltezza che hanno sorpreso tutti. Powell esce come una freccia dai blocchi: la sua progressione è impressionante fino ai 70. Poi sembra lasciarsi trascinare dalla potenza già espressa. Sembra non spingere più: ha un vento che lo sostiene, ma nei limiti (+ 1,7 m/s). Arriva col busto all’indietro. C’è voluto il display dell’Omega, per far comprendere quello che era successo. Per sentir nascere l’urlo dello stadio: record del mondo. E Rieti all’improvviso è in mondovisione. L’Equipe prepara la copertina: le sue tre pagine per raccontare l’impresa. Ma non è finita: nella finale è 9.78. Altro tempo formidabile, soprattutto se si tiene conto del fatto che stavolta non tira un filo d’aria alle sue spalle. https://www.youtube.com/watch?v=BHE0mg-F50Q

29/08/10
800 - RUDISHA

Rieti si gode la classe senza tempo del masai David Lekuta Rudisha. Il ragazzo keniano cresciuto nella Rift Valley, seguendo gli insegnamenti del missionario irlandese padre Colm O’ Connell e sognando un giorno di emulare papà Daniel, argento olimpico a Città del Messico con la staffetta 4x400, lo aveva promesso a Rieti 2009, quando si era affacciato prepotentemente in cima alle liste mondiali (1.42.01). Una promessa mantenuta firmando il record del mondo degli 800 metri: 1.41.01, otto centesimi in meno di quanto fatto sette giorni prima a Berlino, con in mezzo la vittoria della finale della Diamond League a Bruxelles del venerdì e il viaggio notturno alla volta della Sabina. Un primato limato in appena una settimana, che sorpassa nella speciale lista di velocità in doppiette mondiali Wilson Kipketer (11 giorni tra i 2 record migliorati nel 1997). https://www.youtube.com/watch?v=bYfNElHP0OY